Nell’impresa familiare i soggetti che svolgono abitualmente la propria attività devono provvedere al versamento dei contributi previdenziali.
Il responsabile dei versamenti è il titolare dell’impresa.
La contribuzione previdenziale assicura il lavoratore contro eventi che possono renderlo non idoneo alla prestazione lavorativa.
La contribuzione previdenziale consiste, quindi, in un ‘premio assicurativo’ che si paga per assicurare il lavoratore per un determinato evento come la malattia, la maternità, la disoccupazione o la pensione.
Impresa familiare, quando versare i contributi
I familiari che lavorano nell’impresa familiare con abitualità e prevalenza devono iscriversi alla gestione Previdenziale cui è iscritto l’imprenditore.
Si considerano familiari coadiuvanti:
- il coniuge;
- i figli (compresi quelli adottivi e quelli nati da un precedente matrimonio del coniuge);
- i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.
Per ciascun collaboratore sono dovuti i contributi fissati in base al minimale annualmente rivalutato e i contributi sul reddito eccedenti il minimale.
Il calcolo
Nell’impresa familiare legalmente costituite il calcolo è effettuato sulle quote di reddito denunciato da ciascuno ai fini fiscali.
Nelle aziende non costituite in imprese familiari il titolare può invece attribuire a ciascun collaboratore una quota non superiore al 49% del reddito denunciato ai fini fiscali.
Quando non si versano contributi
Se i collaboratori familiari prestano attività in modo occasionale, i contributi non sono dovuti.
L’occasionalità è da intendersi anche in via presuntiva: familiari pensionati o impiegati a tempo pieno in altre attività.
Sono però soggetti all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, anche se prestano attività i modo occasionale, il coniuge e i figli nonché i parenti, gli affini, gli affiliati e gli affidati del datore di lavoro.